15 dicembre 2017

La parola all’editrice: intervista a Francesca Mancini

-di Alessandra Rotondo-

Questa intervista è apparsa originariamente sul Giornale della Libreria.

Add è una casa editrice indipendente nata a Torino nel 2010. Quest’anno, come i precedenti, ha partecipato con le sue pubblicazioni e i suoi autori a Più libri più liberi esprimendo – anche nel contesto della fiera – la sua dimensione di progetto culturale.
Una dimensione coltivata, oltre che attraverso i libri, con una libreria e uno spazio eventi che è casa d’incontri, di confronti e di culture: sede di quella comunità di lettori che vuole, a poco a poco, costruire e riunire.
La fiera di Roma ci ha offerto la possibilità per fare quattro chiacchiere con Francesca Mancini, titolare ed
editrice – assieme a Paolo Benini – di Add Editore.
Un viaggio tra i libri, le attività e la visione di una piccola realtà editoriale italiana con un focus forte sulla saggistica divulgativa e un grande desiderio di esplorare linguaggi e scritture.

Un catalogo che legge la realtà e aiuta a interpretarla.
La casa editrice si occupa di saggistica divulgativa dalla nascita, nel 2010. In particolare di attualità e di tematiche sociali. Una linea editoriale che abbiamo conservato quando siamo subentrati nella proprietà, alla fine del 2014. Per fare qualche esempio: ultimamente abbiamo pubblicato La ricchezza nascosta delle nazioni, un libro sui paradisi fiscali scritto dal giovane economista Gabriel Zucman. Un libro che Thomas Piketty ha definito «il migliore scritto sui paradisi fiscali». Molto agile, breve, lo abbiamo scelto con l’idea di partecipare al dibattito pubblico portando la nostra visione. Ma soprattutto per fare informazione, per supportare la conoscenza e la presa di coscienza. Ancora, Bernard Guetta con Intima convinzione: un libro che parla dell’Europa e che ripercorre le tappe del non scontato approdo a una visione europeista da parte dell’autore. Poi Pillolenato a settembre dalla collaborazione tra Guido Giustetto, medico, e la giornalista Sara Strippoli. Un’indagine ad ampio raggio, sorretta da una documentazione forte, importante, sulle operazioni di marketing che le industrie farmaceutiche indirizzano nei confronti dei medici.

Insomma, nel perseguire la nostra linea editoriale scegliamo argomenti di forte attualità rispetto ai quali ci sembra che si possano dire ancora delle cose, fornire delle informazioni non ancora diffuse. Oppure diffuse, ma solo attraverso strumenti volatili come il quotidiano, l’articolo giornalistico. Mentre raccogliere le idee in un saggio, proporle tirando le somme sull’argomento e lasciando spazio all’analisi pensiamo possa essere utile, interessante.
E ci restituisce il senso della nostra identità.

Ma non mancano contaminazioni narrative tra le vostre pubblicazioni…
Siamo molto attirati dall’idea di uscire dai canoni di generi e linguaggi. Con la collana Incendi, in particolare, cerchiamo di coinvolgere emotivamente il lettore attraverso delle scritture agili e personali, che si situano al confine tra il saggio e la narrativa. Nella collana, che seguo assieme a Fabio Geda, lasciamo piena libertà agli autori di virare più sul saggio o sul romanzo: quello che per noi è importante è che l’argomento che affrontano, l’artista o l’arte che raccontano, sia descritta con passione, suggerendo nel lettore più interessato un percorso di conoscenza. Abbiamo iniziato con Luca Scarlini che ha scritto di Ziggy Stardust, la più nota «maschera» di David Bowie, abbiamo continuato con Susanna Tartaro con la poesia haiku e il ruolo che la letteratura ha nella sua vita, facendo da filtro verso le cose vissute, sentite, affrontate tutti i giorni. E poi ancora Igiaba Scego su Caetano Veloso, un incendio travolgente, e Tito Faraci, noto fumettista e scrittore, che ha scritto della sua passione per Topolino. Il prossimo anno uscirà per la collana un libro dal regista Davide Ferrario che parlerà della sua passione per la scherma, lo sport, e di quella per lo schermo, per la regia.

Sempre nel 2018 agli Incendi imprimeremo una virata del tutto narrativa con l’uscita di Anni luce di Andrea Pomella, che è un vero e proprio romanzo di formazione dove la passione raccontata è musicale: quella per i Pearl Jam.

E in fiera avete portato una selezione di libri che rispecchia l’apertura di Add ai linguaggi e alle sperimentazioni.
In fiera abbiamo portato libri che testimoniano tutti i filoni tematici che seguiamo. Oltre a quelli dei quali abbiamo già parlato, la collana Asia – nata nel 2015 e curata da Ilaria Benini – che sta conferendo alla casa editrice un’identità molto precisa, collocandola tra le poche realtà che danno voce alla cultura del mondo asiatico in Italia. Una collana che ci ha permesso, inoltre, di esplorare un genere espressivo ancora diverso: dopo la saggistica e la narrativa, il graphic novel.
Una vita cinese è una trilogia che attraverso il disegno, i fumetti, ci trasporta nella storia della Cina, da Mao a oggi.

Dopo questa incursione nel graphic novel abbiamo deciso di integrare il linguaggio visuale in tutte le nostre collane, in coerenza, naturalmente, con i temi che ciascuna esplora. E proprio a Più libri più liberi presentiamo La crepa: non un graphic novel, piuttosto un’opera di visual journalism «scritta» da Carlos Spottorno e Guillermo Abril. Uno fotografo, giornalista l’altro, hanno attraversato il confine europeo, dall’Africa all’Artico, per svelare le cause e le conseguenze della crisi di identità in Europa proprio attraverso le sue «crepe», a partire da quelle fisiche, dai confini. Le foto sono ritoccate cromaticamente creando, alla vista, l’effetto graphic novel, ma si tratta di immagini che ritraggono la realtà.

Abbiamo portato anche la nostra collana dedicata allo sport, che guarda con attenzione a quei personaggi che – al di là dall’essere sportivi – hanno segnato il loro tempo con le loro azioni, le loro prese di posizione, le loro esperienze, come Arthur Ashe, Kareem Abdul Jabbar o Ettore Messina.


In generale, ci siamo concentrati sui libri usciti negli ultimi tre anni, senza dimenticare Indignatevi! di Stéphane Hessel, rappresentante di una collana di piccoli libri, gli Esclamativi, che ha caratterizzato Add agli esordi.

Forse è un processo naturale, per chi fa libri, decidere a un certo punto di dargli una casa. È così che è nata la Libreria Bodoni – Spazio B di Torino?
La libreria è la materializzazione di un sogno che condivido con Paolo Benini, mio socio e marito. Un sogno avuto da sempre. Inoltre, quando abbiamo intrapreso l’avventura editoriale, abbiamo intuito che confrontarci con il funzionamento di una libreria, capirne le dinamiche e i meccanismi, avrebbe potuto più di ogni altra cosa aiutarci, illuminare il percorso da fare all’interno della casa editrice.
La Libreria Bodoni non è una libreria di Add: è una libreria che dà molto spazio alle case editrici indipendenti, con un’identità forte. È una libreria che riflette lo stesso desiderio di contaminazione tra linguaggi che è proprio della casa editrice. Un altro modo per aprirci a nuovi mondi, nuove culture, persone e stimoli.
Per questa ragione abbiamo deciso di curare al suo interno una sezione abbastanza nutrita di libri in lingua e offriamo a chi ci visita anche una selezione di riviste molto ampia e originale.

Il desiderio che abbiamo è quello di raggiungere il lettore e di sostenerlo nelle sue scelte di lettura. Per questo motivo abbiamo scelto di affidare la cura della Libreria Bodoni a professionisti già esperti del settore, capaci di costruire – a partire dagli allestimenti e dall’organizzazione degli spazi – percorsi tematici che sappiano guidare il lettore, consigliarlo, permettergli di trovare ciò che cerca o fargli scoprire ciò che non stava cercando.
Per la stessa ragione abbiamo deciso di assumere una persona che si dedica esclusivamente a organizzare gli eventi e le attività dello Spazio B. Dal workshop per costruirsi da soli i propri ex libris agli appuntamenti attorno alla letteratura ispanofona, dalle presentazioni con gli autori, più classiche, agli incontri che raccontano nuove riviste letterarie e progetti culturali.
Passando per lo spazio e gli eventi dedicati ai più piccoli. Insomma, una grande varietà di temi, contenuti e formati per raggiungere tanti pubblici e per costruire un po’ alla volta una comunità che abbia il piacere di incontrarsi in libreria.

Alessandra Rotondo è editor presso la redazione del Giornale della libreria. Si è laureata in Relazioni internazionali e specializzata in Comunicazione pubblica alla Luiss Guido Carli di Roma, poi ha conseguito il master in Editoria di Fondazione Mondadori, Unimi e Aie. Molti dei suoi interessi coincidono con i suoi ambiti di ricerca e di lavoro: i social media e la cultura digitale, il branded content, l’e-commerce, i libri non necessariamente di carta e l’innovazione in quasi tutti i suoi aspetti. Fuori e dentro Internet.

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