Freedom Hospital

Una storia siriana

Traduzione: Marco Ponti
Prefazione: Cecilia Strada
Argomenti: geopolitica, storia
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Pagine: 288
Formato: 17x24 cm
Data uscita: 18 Aprile 2018
ISBN: 9788867831876

Vincitore dell‘English Pen Award 2017
Vincitore del Burgess Grant 2017

 

È la primavera del 2012 e 40.000 persone sono morte dall’inizio della primavera araba siriana. In una piccola città di provincia, inventata ma che somiglia a molte città del nord della Siria, Yasmine, pacifista militante, ha istituito un ospedale clandestino. La città in cui vive è controllata dal regime di Assad, ma è relativamente stabile.

Nell’ospedale vivono con lei undici figure, malati e medici, che rispecchiano la complessità della società siriana: un curdo, un alauita, una giornalista franco-siriana, membri dell’armata libera e un islamista radicale. Al ritmo delle stagioni, il libro racconta le loro vite, l’impegno politico, il tradimento, le amicizie che si rompono e si ricompongono, sotto l’ombrello onnipresente della guerra. Fino a una nuova primavera.
Raccontato in bianco e nero, Freedom Hospital è una delle narrazioni più potenti della catastrofe siriana.

«Sono fuggito dalla Siria il 17 agosto 2011, la mia prima destinazione è stato l’Egitto. Un giorno, in taxi, il conducente mi ha chiesto se Assad stava dalla parte dell’armata libera siriana: ho capito che la mancanza di mezzi di informazione liberi aveva creato enormi fraintendimenti. Quando sono arrivato in Francia, nel 2012, la confusione sulla Siria era ancora più grande.
Penso che nessuno possa raccontare quel che succede in Siria, nemmeno le persone che vivono quegli avvenimenti terribili. Ho scritto Freedom Hospital per raccontare il mio punto di vista su quel che succede, non per spiegarlo. Non ho cercato di essere neutro e non pretendo di scrivere l’esatta realtà delle cose, ma dovevo dar forma a questo grido che avevo in gola.» Hamid Sulaiman

 

Con l'intimità di chi ha vissuto la tragedia sulla propria pelle, e con la misura di un artista, Hamid Sulaiman racconta la Siria che sprofonda nel disastro attraverso le storie di chi ancora coltiva i semi della primavera rivoluzionaria.

Joe Sacco