16 luglio 2015

Indonesia ecc. – Viaggio nella nazione improbabile

– di Ilaria Benini

Viaggio viaggio viaggio. Sorpresa, scoperta, sperimentazione.

Il caldo torrido di questi giorni estivi italiani aiuta i corpi a prepararsi a un viaggio a 11.000 chilometri da qui, nell’arcipelago vulcanico che parla 719 lingue, ospitando 360 gruppi etnici e una decina di milioni di turisti all’anno.
L’Indonesia è terra di contaminazione e apparente contraddizione. “Jakarta twitta più di qualsiasi altra città sulla Terra, e circa 64 milioni di indonesiani usano Facebook, ovvero più dell’intera popolazione del Regno Unito. Eppure, 80 milioni (sarebbe a dire, come tutta la Germania) vivono senza elettricità, e 110 milioni (l’intero Messico) campano con meno di due dollari al giorno. Centinaia di migliaia vivono senza elettricità, con meno di due dollari al giorno e sono su Facebook.” (da Indonesia ecc. Viaggio nella nazione improbabile, di Elizabeth Pisani in uscita per add editore a ottobre 2015).


Indonesia ecc.Sapevo che non avrei mai potuto offrire un resoconto completo di quella nazione caleidoscopica, i cui molteplici frammenti sembrano comporre una figura diversa a ogni scossa della storia e delle circostanze. Per quanto volessi catturare l’essenza della “indonesianità”, cercare di trovare il benang merah, il “fil rouge”, che lega queste isole e culture diverse in una singola nazione, sapevo che il paese sarebbe cambiato tanto e in fretta, anche solo nel tempo che avrei impiegato a percorrerlo. Stavo cercando di dipingere il ritratto di una nazione in movimento, e avrei potuto vederne solo un frammento alla volta.

Speravo poi che alcuni di quei fili avrebbero inserito l’istantanea attuale in un più ampio album storico, rivelando alcune delle qualità più significative dell’Indonesia.

Avevo un’unica regola: dire sempre di sì. Considerando che gli indonesiani sono uno tra i popoli più ospitali del pianeta, i sì sarebbero stati parecchi. Un tè con il sultano? “Fantastico!”. Partecipare a una processione nuziale? “Volentieri!” Visitare una colonia di lebbrosi? “Sicuro!” Dormire sotto un albero con una famiglia di nomadi? “Perché no?” Cane per cena? “Oooh, certo.” Questa politica mi ha portato su isole che non avevo mai sentito nominare. Sono stata accolta nelle case di preti e contadini, poliziotti e pescatori, insegnanti, conducenti di autobus, soldati, infermiere. Ho viaggiato per lo più in nave e su autobus chiassosi e traballanti che sparavano Indo-pop al massimo volume e avevano i sacchetti per il vomito appesi al tettuccio. A volte, però, mi è capitato un volo charter o mi sono rifugiata in un comodo sedile di pelle in un’auto dai vetri oscurati. Posso contare sulle dita di una mano il numero di volte che non sono stata trattata con gentilezza. E anche il numero di giorni in cui non ho conversato di corruzione, incompetenza, ingiustizia e dei colpi bassi del destino crudele. Alla fine ho passato poco più di un anno a viaggiare per l’arcipelago.


Bali

Il progetto Asia che sto curando per add editore ha come principale e semplice obiettivo quello di creare curiosità e interesse nei confronti del più indefinito continente del mondo. Il più grande e importante archivio di arti visive in Asia, l’Asia Art Archive (AAA) di Hong Kong, ha pubblicato un libro che raccoglie una varietà di interessantissimi contributi dal titolo Mapping Asia. Nella nota editoriale scrivono: “Come definiamo ‘Asia’ all’AAA è la domanda che ci viene posta più frequentemente. E delle tre A che compongono il nostro nome, ‘Asia’ è quella su cui ripetutamente discutiamo, litighiamo, che più spesso cerchiamo di definire”.

Per annusare ed esplorare il fascino di questo pezzo di mondo, consiglio:

MUSICA / Senyawa (Morphine Records)
Nel 2014 i Senyawa, duo indonesiano, hanno suonato al CTM Festival di Berlino, uno dei palchi dedicati alla sperimentazione e all’avanguardia più innovativi sulla scena musicale e culturale

“I’m trying to live the present without letting go my roots”

LIBRO / Eka Kurniawan, L’uomo tigre (Metropoli d’Asia)
Un libro di contrasti da parte di uno dei migliori giovani autori contemporanei indonesiani.

FILM / The Act of Killing, Joshua Oppenheimer
Un film del 2012 di cui si continua a parlare. Prodotto da Werner Herzog, che dice “non ho visto un film così potente, surreale e spaventoso in almeno un decennio… senza precedenti nella storia del cinema“. Il flm ha scioccato pubblico e addetti ai lavori per la forma innovativa con cui è stato girato, mixando finzione e documentario. Sulle esecuzioni di massa avvenute in Indonesia nel 1965-66 da parte della dittatura di Suharto contro coloro che venivano accusati di essere comunisti.

ARTE-MOSTRA / Made in Commons
Made in Commons è una serie di esperimenti sui beni comuni, intesi come categoria ideale e pratica. Consiste in pratiche collaborative e mostre in Indonesia e nei Paesi Bassi. Mette in gioco la realizzazione di modi di fare le cose insieme e di esplorazione di ciò che abbiamo in comune.

BLOG / Indonesia etc
Il blog di Elizabeth Pisani, con aneddoti, opinioni, link foto

 

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