Pavel Nedved – La mia vita normale
Di corsa tra Rivoluzione, Europa e Pallone d’Oro
Se il Pallone d’oro è il premio che sta alla fine di un percorso, per calciarlo Pavel ha preso una rincorsa lunga una vita. Nella sua prima e unica autobiografia, Pavel Nedved racconta di Cheb (sua città natale), e della Cecoslovacchia, di Ivana e Pavel (i suoi figli), dei suoi allenatori, della disciplina, dei successi e degli insuccessi (compresa quella finale che non è mai arrivata). L’Europa intesa sia come palcoscenico che ha svelato Pavel a tutti gli appassionati di calcio nel 1996 che come avventura di una vita lontano da casa.
La storia del calciatore e quella dell’uomo che ha saputo diventare un modello di comportamento per i compagni e una sorta di mosca bianca nel mondo del calcio, uno che ha sempre giocato per vincere e lo ha fatto senza uscire dal gruppo, rispettandone le regole. Poi ci sono le altre cose della vita quelle che, conoscendo Pavel pagina dopo pagina, diventano familiari e che alla fine hanno rappresentato il vero centro di gravità della sua esistenza e hanno fatto della sua vita una straordinaria vita normale.
Tutto quello che avreste voluto sapere su uno dei calciatori più forti di sempre, raccontato da lui. Con la semplicità e l’onestà che lo hanno sempre caratterizzato. Tutto quello che avreste voluto sapere su un uomo sorprendente e di rara umanità, raccontato da Pavel Nedved.
“Un giorno Ivana Nedved trovò in cucina un signore che non conosceva. Si preoccupò e telefonò al marito: «Pavel, in cucina c’è un vecchietto». Il vecchietto era Umberto Agnelli. La scena, meravigliosa, è raccontata nel libro scritto da Pavel Nedved La mia vita normale.
Tratto da La Gazzetta dello Sport, 19 novembre 2010