Oceano rosso vol. 2
Il passato del nostro passato / Il nostro futuro
Oceano rosso è l’allucinato mito fondativo di una specie che non esiste ancora. Vertiginoso e tentacolare, mistico e crudelissimo, quello di Han Song è un viaggio tra le rovine della conoscenza e l’abisso dei futuri possibili. Matteo Trevisani
Oceano rosso tocca non solo l’apice creativo della fantascienza cinese contemporanea, ma anche quello della creazione letteraria di questa intera corrente. Wu Yan - Università Normale di Pechino
Siamo alla vigilia della guerra contro i Bianchi, il popolo che si è insediato sulla Luna. I terriani, ormai sull’orlo dell’estinzione, scelgono di alterarsi geneticamente per colonizzare l’ecosistema più vasto del pianeta: l’oceano.
Ma la nuova specie degli acquatici e le altre comunità che abitano la terra rifiutano il proprio destino e lo combattono. Che il nemico siano le alghe rosse e allucinogene che invadono l’oceano o i Naviganti con cui concorrere per il poco pesce commestibile rimasto, la lotta in scena è quella dell’umanità contro sé stessa: incapace di imparare dalla storia, cade ricorsivamente in cicli di conflitto e violenza estrema.
L’epopea oceanica aperta nel primo volume dell’opera si chiude con una lettura ucronica in cui l’esploratore cinese del Quattrocento Zheng He “scopre” l’Europa. Nell’inquietante incontro fra Cina e Occidente, dove presente e passato si confondono, il futuro si svelerà come un feroce ritorno alle origini.
Le distanze altro non sono che proiezioni del nostro pensiero, proprio come ombre stagliate dalla luce lunare. A seconda di come la luna splende e di come noi ci muoviamo, le ombre si allungano o si accorciano, o addirittura scompaiono. Il tempo e lo spazio – passato e futuro, oriente e occidente – sono meri prodotti del nostro pensiero, che talvolta esprimiamo a parole o sotto forma di scrittura. Ma di fatto non esistono.