Il tempo della perdita
Leggere Schreiber è come avere una splendida conversazione con un amico. SILVIA FEIST - EMOTION
Le sue parole colpiscono dove fa più male, ma anche dove si mette in moto ciò che consola. Voleva scrivere un bellissimo libro sul lutto. Ci è riuscito. ANJA WASSERBÄCH - STUTTGARTER NACHRICHTEN
Prima o poi, nel corso della vita, siamo tutti costretti a sperimentare e a confrontarci con dolori che non sappiamo accettare e spiegare: lutti, addii, distacchi. Accade con i nostri cari, ma anche con la perdita di certezze che stiamo vivendo in questi anni. I meccanismi che mettiamo in atto per superare lo sconforto sono allo stesso tempo personali e molto simili, perché c’è qualcosa che accomuna ogni esperienza di dolore. Il libro di Daniel Schreiber nasce e si costruisce nel solco di queste tracce.
Muovendosi in una Venezia vigile e silenziosa, l’autore affronta la perdita del padre, e lo fa alla luce dell’esperienza globale dello smarrimento di un intero pianeta che si sta trasformando e di cui la città lagunare è da sempre simbolo letterario e concreto. Il tempo della perdita è un testo che scava nel senso del distacco e lo fa grazie alla bellezza sfuggente di una città, alla ricerca di un approdo e alla riflessione sul senso dell’esistenza.
Leggi un estrattoEccolo il mondo sordo del lutto, in cui così poco riecheggia, in cui le cose prendono forma solo in maniera incerta: eccolo, nella sua forma più bella, quasi un dipinto.