5 maggio 2016

Roberto Rosetti: una lezione di fair-play e di passioni

L’arbitro Roberto Rosetti, autore di Nessuno parla dell’arbitro è stato ospite di  “DardanelloIncontra” a Vicoforte per parlare con i ragazzi delle scuole

La passione, il coraggio e la voglia di imparare ogni giorno qualcosa: è così che crescono i talenti. Ed è questa la “ricetta” che Roberto Rosetti, uno dei più grandi arbitri del panorama internazionale, ha dato ai ragazzi delle scuole medie di Vicoforte e San Michele Mondovì. Al termine di un percorso di formazione “in classe”, gli alunni coinvolti dal progetto hanno potuto conoscere ed intervistare un grande protagonista del mondo dello sport, un personaggio che ha fatto carriera in campo senza indossare la maglia di nessuna squadra, ma con la stessa immensa passione.

«Un’iniziativa – ha spiegato il presidente dell’associazione culturale, Sandro Dardanello – che risponde perfettamente agli obiettivi del progetto: avvicinare i giovani al mondo del giornalismo e dell’informazione, ma anche alla lettura. Ringrazio di cuore la casa editrice add editore per la fondamentale collaborazione e per la grande disponibilità». «Poter ricordare Piero Dardanello qui, nel suo paese natale, è per noi motivo di grande orgoglio – ha aggiunto il sindaco di Vicoforte, Valter Roattino – e poterlo fare nell’ambito di un progetto importantissimo per i nostri giovani e con un personaggio del calibro di Roberto Rosetti, lo è ancora di più».

A Vicoforte, guidato dalle domande del condirettore di “Provincia granda”, Gianni Scarpace, Roberto Rosetti ha raccontato la sua storia: un’esperienza di passione e determinazione, ma anche di sbagli e capacità di rimettersi in gioco. Vincitore dell’Oscar del calcio AIC dal 2006 al 2010, Rosetti, originario di Pecetto Torinese, si è reso protagonista di una carriera straordinaria, che l’ha portato ad arbitrare la finale degli Europei 2008, Germania-Spagna (occasione in cui, nonostante l’esito finale a favore della Spagna, si meritò anche i complimenti della cancelliera Merkel, ndr), ed a quel cruciale ottavo di finale dei Mondiali 2010. Proprio in Sudafrica, con in panchina Maradona ed in campo Tevez e Messi, la pressione è alle stelle e ad arbitrare Argentina-Messico c’è Roberto Rosetti. Sarà la sua ultima partita: dopo l’errore su un gol di Tevez, in fuorigioco ma convalidato dal fischietto torinese, rassegnerà le dimissioni. Uno sbaglio da cui non si sottrae, ma che anzi diventa il filo conduttore del suo libro Nessuno parla dell’arbitro e dell’incontro con i ragazzi a Vicoforte: «Un arbitro – ha rilevato Rosetti – prende un centinaio di decisioni a partita, tutte in meno di un secondo, senza possibilità di rivedere l’azione. Per riuscire nella decisione giusta è, quindi, particolarmente importante avere una buona squadra, anche arbitrale».

I ragazzi, curiosi e interessati, lo sommergono di domande e, con la collaborazione del cronista de “L’Unione Monregalese”, Marco Turco, realizzano la video-intervista finale: «Torneresti ad arbitrare? Cosa ne pensi della moviola in campo? Verresti a “dirigere” il nostro torneo scolastico?». «Arbitrare mi manca moltissimo – conclude Rosetti, con una grande lezione di coraggio e umiltà – visto che è stata la mia grande passione, ma non tornerei a farlo. Fa parte del mio passato. La cosa più bella e più importante è che coltiviate le vostre passioni. E se riuscirete a trasformare le passioni in lavoro, allora sarà il segreto del vostro successo».

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